Nelson Mandela, la leggenda che ha sconfitto l’apartheid

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MandelaNelson Mandela ci ha lasciati. Ma non il ricordo che abbiamo di lui, e soprattutto che ne ha la sua gente, per cui ha rappresentato un esempio da seguire nonché fonte di ispirazione.
Ha vissuto veri drammi in prima persona, 26 lunghi anni in carcere, ma li ha vissuti in quanto tali, anche come un’opportunità di crescita.

Oggi alcuni lo ricordano come “la leggenda che ha sconfitto l’apartheid”, e che bene esprime l’entità dell’obiettivo da perseguire, ed il peso della sua grandezza. Tempi che ora sembrano molto lontani quelli della lotta all’apartheid razzista che oppresse il Sudafrica dal 1948 al 1994, ma che per chi li ha vissuti, restano indelebili. Come il ricordo di Mandela.

Un grande leader, che ha abbracciato e guidato la lotta armata, che ha trascorso quasi un terzo della vita in carcere ma nonostante questo non ha mai pronunciato la parola vendetta. Con il suo messaggio di perdono e riconciliazione ha saputo trattenere il suo Paese dal precipitare nel baratro della violenza cieca.
Aveva un sogno in testa, ed anche dal carcere lo ha perseguito mobilitando le masse e sollevando le coscienze.

Anche noi oggi dobbiamo prendere esempio dalla sua costanza e coerenza, perché per cambiare una società che si basa su fondamenta che non condividiamo, dobbiamo essere uniti,costanti e coscienti della nostra azione. Come lo e’ stato lui. Senza condannare gli altri, ma lavorando su noi stessi.
Lo voglio ricordare così, con questa poesia che l’ha aiutato ad affrontare la segregazione, le accuse, i ricatti che mettevano sul piatto da una parte la libertà dalla sua prigionia, e dall’altra quella del suo popolo. E’ stato un esempio soprattutto di coraggio, di lotta instancabile per realizzare il più supremo degli ideali. La libertà come individuo.

INVICTUS
“Dal profondo della notte che mi avvolge, Nera come un pozzo da un polo all’altro, Ringrazio qualunque dio esista Per la mia anima invincibile.
Nella feroce morsa delle circostanze Non ho arretrato né gridato. Sotto i colpi d’ascia della sorte Il mio capo è sanguinante, ma non chino.
Oltre questo luogo d’ira e lacrime Incombe il solo Orrore delle ombre, E ancora la minaccia degli anni Mi trova e mi troverà senza paura.
Non importa quanto stretto sia il passaggio, Quanto piena di castighi la vita, Io sono il padrone del mio destino: Io sono il capitano della mia anima.”

2016-02-07T15:27:22+00:00