Votata all’unanimità la mozione di indirizzo contro il Femminicidio

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femminicidioOggi in aula abbiamo votato la mozione unificata di impegno al Governo a recepire quanto prima quanto contenuto della Convenzione d’Istanbul ratificata di recente dal Parlamento. Qui trovate il mio intervento sulla presentazione della mozione svoltasi ieri.

La mozione unificata deriva dall’unione di tutte le mozioni presentate da ciascun partito e movimento sul tema. Il lavoro che è stato fatto è di concerto tra tutte le parti, con l’obiettivo di dare una forza maggiore alla mozione presentata al Governo. L’impegno su certe tematiche deve essere necessariamente condiviso, soprattutto in un Parlamento con una presenza femminile così importante.  Tutti i punti sollevati nella mozione del M5S presentata a mio nome sono stati recepiti. Siamo quindi soddisfatti. Ora la parola passa al Governo. Nelle prossime righe spiego il dettaglio della mozione.

La Convenzione d’Istanbul detta le linee guida necessarie ad un’efficace lotta alla violenza contro le donne, e che deve basarsi su prevenzione, protezione, repressione, monitoraggio e integrazione delle singole politiche.

La mozione fatta impegna il Governo a recepire i contenuti della convenzione e a predisporre e attuare un nuovo Piano Nazionale contro la violenza, le molestie, lo stalking, gli atti persecutori, i maltrattamenti sulle donne.

Il nuovo Piano deve fondarsi sulla prevenzione, protezione e certezza della pena, attraverso l’istituzione e il finanziamento di un fondo specifico.

Per definire un efficace Piano Nazionale è necessario istituire in tempi rapidi un Osservatorio Permanente Nazionale nel quale convergano flussi stabili di dati sulla violenza, provenienti dai vari Ministeri coinvolti, dall’Istat, dai centri antiviolenza e da istituzioni  pubbliche e private. Questo passaggio è doveroso quanto indispensabile, perché non possiamo pensare di poter legiferare correttamente se non sappiamo i dati certi e l’entità di questo triste fenomeno ormai riconosciuto con il nome di femminicidio. Gli ultimi dati Istat risalgono al 2006.

Come si può legiferare se non possiamo rispondere a queste domande:

Quante sono le denunce presentate da donne nei confronti di uomini per maltrattamento, quante per lesioni? qual è la relazione tra autore e vittima? quanti procedimenti sono stati archiviati? quanti sono arrivati a condanna? Quante volte è stata chiesta una misura cautelare? Quante volte è stata adottata? E’ stata efficace a evitare la rivittimizzazione della donna, o è stata violata? Quante donne sono state uccise mentre erano in corso le indagini o i processi nei confronti del loro aggressore? Una donna di città trova la stessa protezione di una donna che vive isolata in montagna, di una donna disabile, di una straniera irregolare? La vita di una donna che abita in una città del Nord viene protetta come quella che di una che abita in un piccolo paese del Sud?

L’osservatorio dovrà presentare alle Camere annualmente una relazione sullo stato di attuazione del nuovo Piano Nazionale antiviolenza.

La mozione impegna anche ad introdurre nelle scuole di ogni ordine e grado specifici progetti e corsi  di educazione all’affettività e alle relazioni; favorire una corretta formazione di operatori sanitari, sociali, del diritto, dell’informazione e delle forze dell’ordine al fine di assicurare alla vittima aiuto e supporto adeguati; promuovere campagne di sensibilizzazione, numeri verdi, numeri di pubblica utilità in diverse lingue;
adottare le opportune iniziative volte a promuovere, nell’esercizio dell’attività giornalistica, nei messaggi pubblicitari, nei palinsesti e nelle trasmissioni di radio e televisione, nei nuovi media, anche attraverso metodologie di autoregolamentazione, il rispetto della dignità delle donne e della soggettività femminile, nonché a prevenire ogni forma di discriminazione di genere o femminicidio. 

Per quanto riguarda questo capitolo, il m5s chiede di avviare un cambiamento culturale che deve passare necessariamente anche attraverso un’analisi della nostra società e di come i media si esprimono nel contesto sociale, ponendo vincoli precisi e sanzionando chi mostra un’immagine della donna poco rispettosa. I nostri figli crescono con esempi sbagliati, la velina, il messaggio pubblicitario che esalta solo la bellezza fisica mostrando la donna alla stregua di un oggetto, le nudità troppo esposte e la sensualità come primo valore. E noi a questo vogliamo dare un taglio netto.

Si chiede inoltre di potenziare i servizi e le misure di assistenza delle vittime di violenza, prevedendo un’organica risposta a livello territoriale, che coinvolga associazioni,  centri antiviolenza, reti, movimenti ed istituzioni al fine di rendere omogenee l’assistenza e la protezione delle donne e dei loro figli, anche mediante la destinazione di immobili o porzioni di immobili pubblici in tutto o in parte utilizzati;

favorire, in questo quadro, la collaborazione e la cooperazione tra i soggetti pubblici e privati (pronto soccorso, sportelli, forze dell’ordine, associazioni, servizi sociali e comunali, uffici giudiziari) e promuovere, su tutto il territorio nazionale in accordo con la conferenza Stato-Regioni, un sistema pubblico integrato di servizi, che assicuri anche la presenza di mediatori culturali a tutela delle donne di altri Paesi;

riconsiderare e rivisitare la legislazione vigente, garantendo celerità nei processi ed effettività della pena;

individuare un’assistenza specifica per i minori, che siano state vittime, dirette o indirette dei fenomeni di persecuzione e di violenza

2016-02-07T15:47:58+00:00