Fase due – Una proposta concreta per bambini e famiglie

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Impreparati alla fase 2 : In attesa di settembre servono risposte dal 4 maggio

Sapevamo che la fase 2 sarebbe arrivata. Mancava il quando ma non il se. Eppure, nonostante le settimane e i mesi passati, ci troviamo impreparati e monchi. 

Si sente parlare di imprese, scuola a settembre, campionato di calcio, alberghi e turismo. Ogni giorno un settore si aggiunge, ma qualche cosa mi stride, perché manca tutta la partita welfare.

Scarsa l’attenzione alle esigenze delle famiglie, in particolare delle donne, come se queste fossero ancillari al mondo del lavoro, alla ripresa dell’economia ed alle professioni.

Siamo convinti che la scuola primaria e secondaria, così come gli asili nido e le scuole materne, siano importanti non solo per didattica e apprendimento, ma anche per l’aspetto sociale, lo sviluppo di una crescita equilibrata, per la costruzioni di relazioni importanti per lo sviluppo psico fisico di bambini e adolescenti.

Gli effetti di quanto questa separazione ha influito e sta influendo in termini di crescita del disagio lo verificheremo più avanti, anche se i segnali che già ci arrivano non ci lasciano tranquilli e ci suggeriscono un livello di allerta alto.

Ma in attesa che le task-force (quasi tutte al maschile) elaborino un piano di rientro che garantisca gli aspetti educativi e li concili a quelli di tutela della salute e del contenimento del rischio contagio, il 4 maggio è alle porte e le famiglie non possono certo aspettare settembre per organizzare la giornata lavorativa. 

Serve un piano straordinario di welfare familiare che sostenga le famiglie con minori, soprattutto in età 0-6, ed uno per la fascia delle scuole elementari.  Le famiglie non possono certo gestirsi in autonomia uno spazio senza scuola e senza campi estivi da giugno a settembre

Serve che la regione Emilia-Romagna, in assenza di un governo che ad oggi pare insensibile al tema, dimostri ancora una volta di essere all’altezza del momento e destini risorse al sostegno del welfare familiare dal 4 maggio a settembre, e comunque fino al vaccino/cura.

Serve passare dalla fase 2 dagli annunci alla proposta. Anzi, all’azione.

Serve una nuova organizzazione del lavoro che permetta tempi di produzione, apertura uffici, punti vendita etc in orario dilatato in modo da organizzare il lavoro dei dipendenti su turni.

Serve un patto sindacato-datori di lavoro con la mediazione del governo che garantisca alle famiglie con due genitori che lavorano la conciliabilità dei loro turni, in modo da poter garantire la cura di minori in assenza di apertura di servizi educativi con orari normali.

Qualora per specificità dell’attività produttiva o di servizio i doppi turni non siano prevedibili, il governo, con il coordinamento di regioni e comuni, dovrebbe prevedere:

  • ampliamento della maternità facoltativa al 50% di ulteriori tre mesi per le famiglie con figli da 0 a 18 mesi in modo da sgravare i nidi della presenza di bambini molto piccoli per i quali è impensabile qualsiasi forma di distanziamento fisico dalle figure di riferimento, anche attraverso strumenti ad hoc.
  • gestione nidi, nidi familiari e babysitter con numero di bambini limitato (modalità micronido) dando priorità alle famiglie con due genitori che lavorano, che non possono usufruire di contratti aziendali che permettono la conciliazione o lo smartworking.
  • gestione scuole materne con gruppi di massimo 10 bambini, suddividendoli anche in due turni.
  • attivazione di reti territoriali, fatte di cooperative sociali, animatori territoriali, fattorie didattiche ed in genere di tutti coloro che si occupano di servizi educativi intesi a 360 gradi perché siano di supporto a maestre di scuola materna e nido nella gestione di micro-gruppi.
  • attivazione, a supporto dell’organico, di studenti universitari delle lauree triennali e magistrali in scienze della formazione, scienze dell’educazione, scienze del servizio sociale, nonché in scienze psicologiche per la formazione,  oltre ad alternanza scuola lavoro prevista nel triennio dei licei psicopedagogici.
  • garantire alle famiglie non coperte dal posto in asilo nido o scuola materna, un bonus baby sitter mensile da un minimo di 200 euro ad un massimo di 600 euro, per sostenerle nel lavoro quotidiano di smartworking.
  • per gli studenti delle scuole elementari chiedere la disponibilità agli istituti del territorio ad attivare micro-campi estivi nella fascia mattutina per gruppi contenuti di studenti per i mesi di giugno e luglio. È evidente che lasciare all’autonomia delle famiglie l’organizzazione estiva dei ragazzi rischia di essere controproducente rispetto all’obiettivo contenimento che ci stiamo dando.

Da maggio a settembre organizziamoci così. Queste sono le nostre proposte, su cui siamo disponibili a confrontarci con sindaci governo e regione. 

E per settembre facciamoci trovare finalmente pronti. Abbiamo perso tanto tempo, non perdiamone più. 

Mara Mucci

Membro del Comitato nazionale di Azione

27 aprile 2020

2020-04-30T20:16:17+00:00