La PA ti paga in ritardo? Ecco la soluzione

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ddl partite iva compensazioneLa Pubblica Amministrazione ti paga in ritardo?

Ecco una proposta di legge per rendere più paritario il rapporto fra pubblica amministrazione e lavoratori autonomi.

E’ l’ultima proposta che ho presentato a favore degli autonomi per provare a riequilibrare, con il metodo della compensazione, il problema dei ritardi nei pagamento della PA (Pubblica Amministrazione).

Se lavori a partita iva, lo sai già. 

In tempi di forti difficoltà economiche lo Stato continua a chiedere al professionista i versamenti degli oneri, in maniera puntuale. Ma dall’altra parte effettua pagamenti in ritardo per le prestazioni svolte.

Si parla di cifre molto importanti, che, in alcuni casi, hanno decretato fallimenti o chiusure di talune attività. Il professionista, in attesa del pagamento delle proprie prestazioni da parte dello Stato, continua a lavorare e a pagare materie prime, collaborazioni e altre spese correnti. Tali spese si aggiungono ai pagamenti delle imposte dovute. E’ del tutto evidente che, in un arco temporale che di media supera i 130 giorni, il professionista non dispone di risorse che potrebbero essere investite nella propria attività, e che si traducono spesso in ulteriori prestiti bancari.

Tutto questo si riscontra dalle indagini “European Consumer Payment Report 2016” e “European Payment  Report 2016”, condotte in ventuno Paesi europei da IntrumJustitia.

Le statistiche condotte registrano come, in Europa, il settore pubblico paghi i propri fornitori in media dopo 36 giorni. La Pubblica amministrazione italiana ne impiega ben 131. Anche se la situazione è in miglioramento, il nostro Paese rimane secondo solo alla Grecia per i ritardi, e piuttosto lontano dalle prestazioni della PA in Spagna, Portogallo, Irlanda e Francia.

La percezione che scaturisce da questo clima di incertezza, è quella che i ritardi nei pagamenti dell’amministrazione pubblica e dei clienti privati abbiano un forte impatto sulla crescita della propria attività.

La proposta in oggetto, dunque, potrebbe dare più fiducia ai professionisti sulla esigibilità dei pagamenti e sulla volontà delle PA di estinguere i debiti nel più breve tempo possibile, ristabilendo un equilibrio etico, prima ancora che meramente contabile, tra lo Stato e i lavoratori autonomi.

In termini giuridici si propone di inserire due agevolazioni:

la prima consiste nella possibilità di compensare l’acconto Iva con i crediti nei confronti della PA per coloro che optano per il regime premiale opzionale* di trasmissione telematica dei dati e delle fatture, la seconda consiste nel rendere gli obblighi dichiarativi semestrali anziché trimestrali**.  

*Il regime premiale opzionale prevede la trasmissione telematica all’Agenzia delle entrate di tutte le fatture (emesse e ricevute, e di tutte le variazioni) come previsto dall’articolo 1, comma 3, del D.Lgs. n. 127 del 2015.

**Con tali modifiche si otterrebbe anche il risultato di differenziare meglio il regime opzionale da quello ordinario, introdotto dal D.L. n. 193 del 2016 (art. 4: nuovo spesometro).

ps: questa proposta è stata pensata e scritta assieme all’avvocato Andrea Lisi, che ringrazio. E’ un libero professionista che vive sulla propria pelle i disagi sopra descritti. Un plauso a lui, che non si ferma alla lamentela, ma contatta la parlamentare di riferimento, e propone una soluzione.

Grazie!

2017-02-06T20:59:21+00:00