Ministro Fioramonti si dimette: ecco cosa servirebbe

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Il Ministro Fioramonti si è dimesso;  il motivo, a suo dire, è la mancanza di fondi per il sistema scolastico.

Lacrime di coccodrillo certamente, visto che provengono da uno dei leader di quel movimento politico, M5S, che ha fortemente voluto destinare circa 8 miliardi di euro fino al 2021 all’infausta operazione del reddito di cittadinanza (senza parlare di Quota Cento). Reddito di cittadinanza magari condivisibile nello spirito e nel principio, ma declinato e realizzato in maniera superficiale e dagli esiti, come ampiamente previsto,  insoddisfacenti.

Ora serve convertire l’attuale reddito di cittadinanza (o quota parte di esso), che oggi rischia di sfociare in un incentivo al lavoro nero senza formazione, in un vero reddito di Cittadinanza Universitaria, ponendo la formazione,  l’innovazione e il diritto allo studio al centro dello sviluppo strategico di un paese, come dovrebbe naturalmente essere.

Inoltre, l’ex ministro Fioramonti non dovrebbe guardare unicamente all’estero per trovare scenari virtuosi, gli basterebbe  volgere lo sguardo al sistema Universitario dell’Emilia-Romagna, al suo impianto di supporto al diritto allo studio, alle capacità della regione di attrarre fondi competitivi, nazionali ed europei, la sua capacità di attrarre studenti da tutto il paese e da tutto il mondo, la capacità della Regione, infine, di avviare nuovi e innovativi progetti di collaborazione tra Università, industrie, società e territorio.

Una Regione con 4 università pubbliche di altissima qualità, supportate da una Agenzia Regionale per il Diritto allo Studio (ER.GO) che anche nel 2019 è stata in grado di assicurare con 94 milioni di euro il sostegno concreto  al diritto allo studio per il 100% dei circa 24000 studenti che ne avevano diritto, fatto assolutamente eccezionale nel panorama Nazionale e assolutamente da preservare, sviluppare e consolidare (per assicurare infatti a tutti gli idonei borse e servizi, la Regione ha integrato le risorse nazionali provenienti dal Fis (Fondo integrativo statale) – 31,3 milioni di euro – investendo 39,9 milioni del bilancio regionale e del bilancio ER.GO. A tali risorse si sommano, infine, i 23 milioni di tassa regionale per il diritto allo studio universitario.

Un sistema  Universitario Regionale con una comunità di circa 150.000 studenti (a.a. 2017/18, dati MIUR),  in continua crescita e dei quali il 55% sono ragazze e oltre il 7% stranieri).

Negli ultimi 5 anni infatti le matricole sono aumentate di quasi il 28 % (dati ER.GO), con una rilevante crescita degli studenti fuori regione che rappresentano oltre il 40% del totale degli studenti, facendo del sistema Universitario  dell’Emilia-Romagna un motore nazionale per l’alta formazione. Un sistema Universitario Regionale che ha aumentato e continua ad aumentare, anche se in maniera ancora insufficiente, le borse per gli specializzandi medici (sono quest’anno 931, a fronte dei 735 dello scorso anno, con un incremento di oltre il 25%) e che sta avviando, insieme agli Atenei (in particolare quello di Bologna) e all’Azienda Sanitaria della Romagna , importantissimi progetti regionali per la formazione dei Medici, rispondendo così concretamente  ad una ormai evidente emergenza nazionale.

La strada da fare in Emilia-Romagna  è ancora molta, i passi avanti necessari tanti, ma siamo sul giusto sentiero e dobbiamo continuare a camminare, magari mettendoci a correre, per fare della nostra Regione, la Regione di riferimento in Europa per l’alta formazione, la tecnologia e l’innovazione. 

 

2020-01-05T16:42:31+00:00