Le assoluzioni di Favia e Defranceschi devono far comprendere a tutti il pantano in cui è immersa la politica.
L’incredibile difficoltà che incontra chi si mette in gioco.
L’inchiesta Spese pazze non ha fatto sconti, colpendo tutti i partiti indistintamente, indagando tutti coloro che, per incarico, potevano aver accesso ai rimborsi.
Nell’insieme ci sono finiti i colpevoli, i politici onesti ma da sempre muti nel denunciare l’evidente abuso operato dai propri colleghi e anche chi, come Favia e Defranceschi, questo malcostume l’hanno combattuto sin dal primo momento come mandato politico.
l problema è che per gli imputati non c’è stata distinzione agli occhi dell’opinione pubblica.
Nel loro specifico caso il fango è arrivato dritto dal partito di appartenenza, con un garantismo messo in soffitta da un malato e pilotato giustizialismo.
Ora serve una seria riflessione. Nel gioco di tutta l’erba un fascio è stata delegittimata un’intera istituzione (i risultati si sono visti con la bassa affluenza alle elezioni regionali), e abbiamo perso due delle migliori menti politiche del territorio.
Due persone che soffiarono sul sogno Movimento 5 stelle, ora finito… Imbuganato.