Estrazioni petrolifere: sicurezza ambientale e salubrità delle popolazioni in Val d’agri e non solo

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val-dagriCome sapete la Val d’Agri è famosa per le estrazioni petrolifere. Qui avviene il primo trattamento del greggio prima che  venga convogliato, tramite oleodotto, alla raffineria di Taranto.

Ormai sempre più spesso una lingua di fuoco seguita da fumo scuro mette in allerta i cittadini delle comunità limitrofe.

L’Eni finora ha spiegato questi «sfiati» sono anomalie nell’impianto elettrico e ha invitato i cittadini a non preoccuparsi perché «le oltre 200 centraline» presenti in Val d’Agri monitorano senza sosta le attività di estrazione.

Peccato che i dati delle centraline vengono diffusi e «controllati» dalla stessa Eni.

Per fortuna l’inchiesta dell’Antimafia di Potenza su un presunto «smaltimento illecito di rifiuti» petroliferi si sta occupando anche delle fuoriuscite di gas, acido solfidrico e altre sostanze chimiche dal Centro Oli di Viggiano.

A gennaio dopo l’ennesima sfiammata (così viene definita in gergo tecnico la presenza di un’anomalia nell’impianto)  presso il Cova (centro olio Val d’Agri) sito nel comune di Viggiano provincia di Potenza, già preoccupata per il raddoppio estrattivo sancito dal Memorandum del 2011 e reso legge dal decreto attuativo del settembre 2013 che consentiranno l’aumento di produzione dagli attuali 90mila barili al giorno ai 180mila, senza contare che  a novembre dello scorso anno è arrivato il via libera del Governo nazionale a nuovi pozzi petroliferi grazie al decreto-legge «Sblocca Italia», mi sono decisa a presentare un’interrogazione parlamentare al Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi.

Proprio ieri, in Commissione Attività Produttive alla Camera dei Deputati, è venuto a fornire risposte il viceministro Claudio De Vincenti.

Ha enumerato tutta una serie di prescrizioni a cui sembra si attengano il Ministero e l’Eni che ai comuni cittadini non sono date di sapere.

Pertanto ritengo quanto mai urgente che il Ministero dello Sviluppo Economico pubblichi i criteri che le società petrolifere sono tenute ad osservare.

Inoltre, nella risposta, il viceministro ha  indicato che i livelli emissivi di idrogeno solforato (H2S) fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità devono essere 0,10 parti per milioni per un tempo medio di 24 ore.

Abbiamo poco da star tranquilli: l‘OMS ha definito per H2S una soglia di intervento pari a 0,005!

A maggior ragione che le sfiammate, contrariamente a quanto dichiara il Ministero, stanno aumentando: l’ultima è di qualche giorno fa.

Visto che ieri le risposte sono state insoddisfacenti spero che urgentemente il Governo ci rassicuri sulle  iniziative che intenda intraprendere, anche sul piano normativo, per obbligare le società operanti in aree come la Val d’Agri ai dovuti investimenti in sicurezza ambientale e per la salvaguardia dei lavoratori e della salubrità delle popolazioni e per adeguare i livelli di rilascio di idrogeno solforato in linea con quanto raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità.

 

 

 

2016-02-07T14:51:59+00:00