Partite Iva: cosa bolle in pentola

/, Partite IVA/Partite Iva: cosa bolle in pentola

Si accumulano le incognite sul piano normativo, resta certo solo l’abbassamento dell’aliquota contributiva che scenderà al 25%

 

electrician-1080554_1920Dopo essere stato approvato al Senato, il ddl sul lavoro autonomo passa alla Camera. In gioco c’è il futuro ed i diritti di ingegneri, grafici, programmatori e di tutti quei professionisti che, da lavoratori autonomi, hanno saputo investire sulle proprie competenze per darsi una prospettiva di lavoro dignitosa. Lavoratori che più di altri hanno pagato la crisi in quanto ad instabilità e regressione economica.

I numeri messi a disposizione dall’Adepp, l’Associazione degli Enti Previdenziali Privati, fotografano una realtà poco felice dal punto di vista economico (li trovate qui). Nell’ultimo decennio infatti, il reddito medio reale dei liberi professionisti è sceso del 18%, attestandosi oggi sui 33.954€.

Uno scenario che, a seguito della staffetta Renzi-Gentiloni, potrebbe farsi ancora più negativo.

Qualora l’iter legislativo del Ddl sul lavoro autonomo non dovesse arrivare a completamento, per oltre 5 milioni di lavoratori, il cosiddetto “popolo delle partite Iva”, il 2017 potrebbe essere tutt’altro che l’anno della semplificazione tanto attesa.

Insieme alla semplificazione delle regole, a venir meno sarebbero anche tutele e aiuti: dalla totale deducibilità delle polizze contro i mancati pagamenti alla sospensione dei contributi in caso di malattia, fino alla detrazione integrale delle spese sostenute per partecipare a master, corsi di formazione e convegni.

Maternità e welfare: con l’iter del Ddl sul lavoro autonomo in bilico, la parità tra autonomi e dipendenti sul piano del welfare e delle politiche per la famiglia rischia di diventare un miraggio. È impensabile che per poter usufruire dell’assegno di maternità le lavoratrici autonome siano obbligate a sospendere la propria attività, pena la perdita del contributo. Una circostanza che il Ddl in questione eliminerebbe, riconoscendo l’assegno a tutte le autonome senza l’obbligo di astenersi dal lavoro (è del tutto evidente che una lavoratrice autonoma, per non perdere clienti, debba garantire qualche giornata di lavoro che diventa fondamentale, un obbligo totale di astensione è impensabile per la maggior parte delle professioniste). 

Incentivi e fondi per Selfiemployment: bene gli incentivi e il fondo rotativo per autoimpiego e autoimprenditorialità che mette a disposizione oltre 103 milioni per il sostegno a piccoli progetti imprenditoriali. Sicuramente da rivedere l’accesso ai fondi europei. Nonostante la scorsa Legge di Bilancio avesse aperto i bandi anche a professionisti, freelance e partite Iva, ad un anno di distanza sono poche le Regioni ad essersi adeguate alla normativa.

Se il disegno di legge non fosse approvato, queste misure non vedrebbero la luce.

Di positivo e di certo resterebbero solo l’aliquota contributiva a carico dei professionisti scenderà in via definitiva al 25%, alleggerendo così gli oneri della tassazione.

Il primo ministro Gentiloni si è preso l’impegno pubblico in favore dei lavoratori autonomi, annoverando gli stessi nella parte più disagiata della classe media italiana, e ribadendo quanto la  categoria debba essere messa al centro degli sforzi per far ripartire l’economia.

Per questo è necessario che si discuta e si approvi in via definitiva questo provvedimento.

Lo Stato deve valorizzare adeguatamente chi investe sulle proprie competenze e sulla propria professionalità, e non limitarsi ad essere un ulteriore fardello, che si somma ad una situazione economica già incerta!

Staremo a vedere se sarà così e faremo pressione nella giusta direzione.

Come sempre vi terrò aggiornati.

-MM-

2016-12-20T20:44:32+00:00